segunda-feira, 22 de dezembro de 2008

Feliz Natal e um ano novo rico de encontros!

Oi galera!
Então, chegou o Natal, ta acabando este ano que foi muito legal pra a gente, já que foi o ano de nosso nascimento - inclusive, em janeiro temos que festejar, viu!? - e ainda temos muita vontade de continuar!
Agradeço a todos os participantes e amigos do grupo e desejo a todo o mundo muita felicidade, paz e satisfação!
Até janeiro de 2009!
Roberto

sábado, 6 de dezembro de 2008

Encontro de reflexão

Oi Galera!
Neste sábado a gente leu a Declaração Universal dos Direitos Humanos todinha, seguida pela poesia O Bicho de Manuel Bandeira e das músicas O Resto do Mundo de Gabriel o Pensador, Classe Média de Max Gonzaga, Pão com Pão de Márcio Faraco.
A refletir sobre os assuntos sérios e atuais propostos, 10 pessoas, 3 mulheres e 7 homens, apesar de que o Pierino Bonifazio chegou um pouco atrasadinho, mas gostamos muito da presença dele.
Até sábado 13 quando vamos festejar o natal juntos com o grupo de leitura em espanhol!
Roberto

quarta-feira, 3 de dezembro de 2008

Declaração Universal dos Direitos Humanos, Manuel Bandeira e MPB

Oi Galera!
Para o próximo encontro deste sábado sempre mais perto, tive a idéia de ler e comentar juntos a Declaração Universal dos Direitos Humanos - em português, claro! - já que seu sexagésimo aniversário vai cair no dia 10 de dezembro (e eu acho que faz muito bem relê-la hoje em dia!), seguida pela leitura da poesia O Bicho de Manuel Bandeira e das letras de três músicas de assunto parecido, O Resto do Mundo de Gabriel o Pensador, Pão com Pão de Márcio Faraco, Classe Média de Max Gonzaga.
Espero que vão gostar!
Até sábado!
Roberto

domingo, 23 de novembro de 2008

A poesia de Mario Quintana e a paixão de Pierino Bonifazio

Ontem, igual antecipado, teve a palestra apaixonada de Pierino Bonifazio sobre a poesia de Mario Quintana, com a preciosa colaboração da nossa querida amiga e participante do grupo Patrizia Ercole e também a participação ativa da nossa outra querida amiga, a professora Amina Di Munno, que talvez vai poder convidar o Pierino também na Casa América.
Agradecemos Pierino, Patrizia, Amina e também Alberta Dellepiane e a Berio, cuja hospitalidade nos permite de organizar estes eventos lindos!
Até breve!
Roberto

segunda-feira, 17 de novembro de 2008

Quem ama inventa

Lembro a todo o mundo que Pierino Bonifazio neste sábado que vem vai leer as poesias de Mario Quintana, às 17:00 na Sala dei Chierici.

Quem ama inventa

sexta-feira, 24 de outubro de 2008

Encontro já bem passado de uma semana atrás

Oi pessoal!
Sábado da semana passada a gente, igual antecipado, se encontrou pra ler algo do autor angolano Pepetela, em detalhe do romance Jaime Bunda e a Morte do Americano (2003).
Infelizmente, a Elena que sugeriu o autor e a leitura não veio. Espero que esteja tudo bem com ela.
Fomos 9 os participantes, 5 mulheres e 4 homens.
Todo o mundo apreciou o estilo satírico do autor, que merece ser conhecido melhor.
O próximo encontro do dia 22 de novembro na verdade vai ser substituido pela apresentação e palestra do Pierino Bonifazio, tradutor italiano do poeta brasileiro Mario Quintana, às 17:00 na Sala dei Chierici.
Roberto

sexta-feira, 17 de outubro de 2008

Pepetela

Oi gente!
Amanhã o grupo vai seguir a sugestão da Elena de ler um trecho do romance do autor angolano Pepetela Jaime Bunda e a morte do americano.
Assim a gente vai continuando a conhecer a literatura lusófona africana depois de ter conhocido na última vez um pouco da poesia de Cabo Verde.
Ta beleza?
Roberto

sexta-feira, 10 de outubro de 2008

Sguardi Latinoamericani

Divulgamos com muito prazer este evento que vai começar neste domingo que vem na nossa cidade:

Sguardi latinoamericani
Rassegna cinematografica
Castello D'Albertis

a cura del Coordinamento Ligure Donne Latinoamericane (Colidolat), in collaborazione con le Ambasciate di Guatemala e Venezuela, i Consolati di Ecuador e Perú
Al di là delle frontiere della immaginazione, l’anelito umano è portato a proiettare le proprie radici e ad esprimere la sua evoluzione attraverso le creazioni, ed è così che nasce questa rassegna, che ha come obiettivo il far conoscere la cultura latinoamericana attraverso documentari, film e dibattiti,
che saranno proiettati con scadenza mensile nelle giornate dedicate a tali eventi.
Proporremo un programma che seguirà diversi percorsi: la storia dei popoli dell’America Latina; la musica; oltre a tematiche politiche e sociali di grande attualità.

Domenica 12 Ottobre
Giornata di apertura
La rassegna si apre con alcuni documentari sulle civiltà precolombiane e sui diversi popoli indigeni che vivono nell’area delle foreste tropicali e che mai come oggi riemergono come protagonisti della storia. Il XX secolo è stato infatti il secolo dell’uscita dei popoli indigeni amerindiani dall’emarginazione storica cui erano stati costretti dalla conquista, una uscita timida nei primi decenni del secolo e via via più vigorosa fino a giungere maturità con la Campagna dei 500 anni di resistenza indigena, negra e popolare celebrata nel 1992 in occasione dell’anniversario dei 500 anni della cosiddetta “scoperta” dell’America.
Ore 10-13
Saluti e introduzione della rassegna
Maria Camilla De Palma, direttore Castello D’Albertis, Graciela Del Pino, presidente Colidolat, Tanya González e María Eugenia Esparragoza, curatrici della rassegna, Colidolat
Popoli, amor e…libertad
“Astros y Ancestros” di Gyula David. Ecuador. Documentario. Spagnolo.

48 min.
Una ricca narrazione animata sulla storia delle popolazioni precolombiane della selva, delle Ande e della costa sudamericana, dal periodo del paleoindiano, alla cultura Valdivia, fino alla civiltà incaica e alla Conquista, attraverso la presentazione delle tecniche di caccia, della industria litica, della coltivazione del mais e del cotone, dell’oreficeria e della ceramica. Un ampia panoramica che spazia tra i prodotti, i rituali, i commerci, le relazioni e gli episodi della storia fino all’arrivo di Pizarro e alla capitolazione dell’Inca.
“Sipán: el descubrimiento”. Perú (2004). Spagnolo.
54 min.
Uno degli scavi archeologici più importanti del XX secolo nella versione di Walter Alva, l’artefice della scoperta scientifica, che presenta lo splendore e il mistero delle magnifiche tombe preincaiche mochica.
Ore 13 - 14
Buffet in caffetteria con specialità latinoamericane, in collaborazione con Garisenda Ricevimenti e Segreti e Sapori (€ 12, bevande incluse).
Ore 14 – 18
“Yanomami Owë Mamotina” (Hand-made paper project / Proyecto de papel hecho a mano) di Laura Anderson Barbata (2002). Venezuela. Sottotitoli in inglese.
9 min.
Gli Yanomami dell’Amazzonia, una delle popolazioni al mondo che mantiene forme di vita più ancestrali, presentano il progetto Yanomami Owë Mamotima attraverso il quale fabbricano carta utilizzando fibre locali e materiali riciclati.
“Marangmotxíngmo mirang” (De los niños Ikpeng para el mundo) di Natuyu Yuwipo Txicão, Kumaré Txicão, Karané Txicão (2001). Sottotitoli in spagnolo.
35 min.
Videolettera fatta da tre ragazzi Ikpeng in cui, attraverso una passeggiata nel loro villaggio, mostrano i propri costumi e la propria comunità affinché i loro coetanei del mondo conoscano la loro realtà.
L’identità plurale delle Americhe:
“Salto al Atlántico” di María Eugenia Esparragoza (1990). Venezuela. Sottotitoli in italiano
.
30 min.
La prima esperienza di contatto tra africani e discendenti di africani in Latinoamerica attraverso un film: un’impresa pioneristica della comunicazione fra continenti, in quanto ha permesso che dei popoli -da secoli separati in conseguenza della tratta degli schiavi- si confrontassero e si inviassero dei messaggi. Ancora oggi vi sono infatti gruppi che portano avanti le rivendicazioni dei diritti degli afro-discendenti in Sudamerica, tra essi citiamo ad esempio i morenos in Ecuador, i quilombolas del Brasile e i gruppi del Suriname.
Seguirà dibattito moderato da Luisa Faldini (Università di Genova) alla presenza della regista.
Ore 16 – 18
Per i bambini, in contemporanea alla proiezione del film, narrazioni di fiabe indigene latinoamericane a cura di María Luisa Gutiérrez, Gregoria Díaz e Manuela Magalhães.
Mayela Barragán (Colidolat) introduce alla visione del film:
“Manuela Sáenz” di Diego Rísquez (2000). Venezuela. Sottotitoli in inglese.
97 min.
L'amante di Simón Bolívar, liberatore di cinque nazioni sudamericane, divenne figura mitologica di donna latinoamericana per la sua personalità, il carisma e le valorose azioni, che la fecero chiamare “la Libertadora del Libertador”, raggiungendo un ruolo di protagonista all’interno del processo di indipendenza dell’America del Sud. Ecuadoriana di Quito, si legò all’eroe venezuelano, visse in Colombia e finì i suoi giorni in Perú, durante il tramonto del sogno federalista bolivariano.
*Un particolare ringraziamento a Videosistem Genova.
Ingresso libero

Mercoledì 19 Novembre
La forza della musica
Ore 10 - 11.30
Proiezione destinata alle scolaresche
Tanya González (Colidolat) e Riccardo Damasio (Laboratorio Migrazioni, Comune di Genova) introducono alla visione del film:
“Tocar y Luchar (Suonare e lottare)” di Alberto Arvelo (2007). Venezuela. Sottotitoli in italiano.
77 min.
Documentario sul Sistema de Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela, una rete di 220 Orchestre Giovanili e 180 Orchestre Infantili, creata nel 1975 dall’illustre Maestro José Antonio Abreu partendo da realtà estremamente disagiate in tutto il paese.
Ore 14.30
In collaborazione con Laboratorio Migrazioni e Casa della Musica
Guido Ghetti e Guillermo Dugarte introducono alla visione del film:
“Tocar y Luchar (Suonare e lottare)” di Alberto Arvelo (2007). Venezuela. Sottotitoli in italiano.
77 min.
Documentario sul Sistema de Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela, una rete di 220 Orchestre Giovanili e 180 Orchestre Infantili, creata nel 1975 dall’illustre Maestro José Antonio Abreu partendo da realtà estremamente disagiate in tutto il paese.
Ore 16.00
Tavola rotonda con:
Guido Ghetti, primo oboista, Orchestra del Teatro Carlo Felice, Genova
Guillermo Dugarte, già componente della Orquesta Sinfónica Simón Bolívar, clarinettista
Riccardo Damasio, Laboratorio Migrazioni, Comune di Genova
Andrea Masotti, Casa della Musica, Genova
Ingresso libero

Mercoledì 3 dicembre
In collaborazione con Di.S.M.e.C., Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea, e Di.S.C.Li.C, Dipartimento di Scienze della Comunicazione Linguistica e Culturale
La festa e il viaggio
Luisa Faldini e Morena Lanieri (Università di Genova) introducono alla visione dei film
Ore 10 – 13.30
“Madeinusa” di Claudia Llosa (2006). Perù. Sottotitoli in inglese.
100 min.
Madeinusa è una ragazza che vive a Manayaycuna, un piccolo paese sui monti peruviani. Qui, prima di Pasqua ogni azione è lecita: Dio è morto e non vede il peccato. Qualsiasi gesto si compie senza rimorsi. Madeinusa e la sua famiglia conservano questa tradizione senza metterla in questione, ma con l’arrivo di Salvador, un giovane di Lima, tutto sarà capovolto.
“Qué tan lejos” di Tania Hermida (2006). Ecuador. Sottotitoli in inglese.
92 min.
Viaggio di auto-scoperta di due donne giovani mentre viaggiano attraverso l’Ecuador facendo l’autostop in mezzo ad uno sciopero nazionale. Esperanza non troverà il paese da cartolina che cercava, nè Teresa l’amore ideale in cui credeva. Però il viaggio dimostrerà loro due che alla fine ce ne sono altri luoghi e altri amori possibili. Il film porta a una riflessione sull’identità ecuadoriana.
Ore 14,30 –17
Voci e diritti di donne
“Estrellas de la línea” del regista spagnolo Chema Rodríguez (2005). Guatemala. In lingua spagnola.
90 min.
Documentario sui racconti di vita delle giocatrici della squadra di calcio femminile de La Línea. Le protagoniste sono prostitute di Guatemala che decidono di formare una squadra di calcio per far vedere alla società che esistono e hanno una voce propria e diritti che devono essere rispettati.
Ore 16.00
Intervento a cura dell’Ambasciata del Guatemala.
Ingresso libero

segunda-feira, 6 de outubro de 2008

Feliz aniversário, Professor Prado!

Oi galera!
Soube agora pela Fernanda que hoje é o aniversário do Seu Antônio, nosso amado amigo, o Professor Prado, protagonista do Sarau da Chama Poetica no Festival della Poesia e na Casa América em junho passado.
Uma vida comprida, 83 anos, e cheia de poesia e arte do encontro, principalmente entre Brasil e Itália!
Parabéns, Seu Antônio!!!
Espero que você possa doar pra a gente muitos anos mais de poesia e arte do encontro!
A Fernanda, também para celebrar este evento, organizou um Sarau no dia 28 de outubro, em São Paulo, chamado Due Patrie, que também é o nome de um poema do Professor Prado.
E sempre a Fernanda me informou que o Pierino Bonifazi no dia 18 vai estar no Brasil, então, se a Elena está de acordo, podemos ler o Pepetela.
Tchau!
E de novo parabéns para o querido Seu Antônio!!!

Minha antologia da poesia caboverdiana

Resolvi colocar no blogue a antologia da poesia caboverdiana que a gente leu neste sábado passado, assim de repente alguém mais informado que eu pode deixar comentários interessantes e os que não puderam participar podem curtir também.
Eugénio Tavares
1861-1930. Nasceu na Brava (Cabo Verde). Autodidacta, funcionário publico, jornalista e polemista. Dramaturgo, ficcionista e poeta. Paradigma da crioulidade, autor de inúmeras mornas.
***
Canção ao Mar
(Mar Eterno)

Oh mar eterno sem fundo
Sem fim
Oh mar de túrbidas vagas
Oh mar!
De ti e das bocas do mundo
a mim
Só me vem dores e pragas
Oh mar!
Que mal te fiz oh mar, oh mar
Que ao ver-me pões-te a arfar, a arfar
Quebrando as ondas tuas
De encontro às rochas nuas
Suspende a zanga um momento
Escuta
A voz do meu sofrimento
Na luta
Que o amor acende em meu peito
Desfeito
De tanto amar e penar
Oh mar!
Que até parece oh mar, oh mar
Um coração a arfar, a arfar
Em ondas pelas fráguas
Quebrando as suas máguas
Dá-me notícias do meu amor,
Amor
Que um dia os ventos do céu
Oh dor!
Nos seus braços furiosos
Levaram
E ao meu sorriso, invejosos,
Roubaram
Não mais voltou ao lar, ao lar
Não mais o vi oh mar, oh mar
Mar fria sepultura
Desta minha alma escura
Roubaste-me a luz querida
Do amor,
E me deixaste sem vida
No horror
Oh alma da tempestade
Amansa,
Não me leves a saudade
E a esperança
Que esta saudade, é quem, é quem
Me ampara tão fiel, fiel
É como a doce mãe
Suavíssima e cruel
Mas máguas desta aflição
Que agita
Meu infeliz coração,
Bendita,
Bendita seja a esperança
Que ainda
Lá me promete a bonança
Tão linda!
***
Aguinaldo Fonseca
Cabo Verde (1922)
Mãe negra
A mãe negra embala o filho.
Canta a remota canção
Que seus avós já cantavam
Em noites sem madrugada.
Canta, canta para o céu
Tão estrelado e festivo.
É para o céu que ela canta,
Que o céu
Às vezes também é negro.
No céu
Tão estrelado e festivo
Não há branco, não há preto,
Não há vermelho e amarelo.
- Todos são anjos e santos
Guardados por mãos divinas.
A mãe negra não tem casa
Nem carinhos de ninguém...
A mãe negra é triste, triste,
E tem um filho nos braços...
Mas olha o céu estrelado
E de repente sorri.
Parece-lhe que cada estrela
É uma mão acenando
Com simpatia e saudade...
***
Corsino Fortes
Corsino António Fortes (n. São Vicente, Cabo Verde, 1933), escritor e político caboverdiano. É licenciado em Direito, pela Universidade de Lisboa (1966). Integrou vários governos na república de Cabo Verde, país de que foi Embaixador em Portugal. Presidiu à Associação dos Escritores de Cabo Verde (2003/06). Autor de obras como Pão e Fonema (1974) ou Árvore e Tambor (1986), a sua obra expressa uma nova consciência da realidade cabo-verdiana e uma nova leitura da tradição cultural daquele arquipélago.

Ilha
Sol & semente: raiz & relâmpago
Tambor de som
Que floresce
A cabeça calva de Deus
***

De Boca Concêntrica Na Roda Do Sol
Depois da hora zero
E da mensagem povo no tambor da ilha
Todas as coisas ficaram públicas na boca da república
As rochas gritaram árvores no peito das crianças
O sangue perto das raízes
E a seiva não longe do coração
E
Os homens que nasceram da
Estrela da manhã
Assim foram
Árvore & Tambor pela alvorada
Plantar no lábio da tua porta
África
mais uma espiga mais um livro mais uma roda
Que
Do coração da revolta
A Pátria que nasce
Toda a semente é fraternidade que sangue
A espingarda que atinge o topo da colina
De cavilha & coronha
partida partidas
E dobra a espinha
como enxada entre duas ilha
E fuma vigilante
o seu cachimbo de paz
Não é um mutilado de guerra
É raiz & esfera no seu tempo & modo
De pouca semente
E muita luta
***
Arménio Vieira
Arménio Adroaldo Vieira e Silva é um jornalista e escritor da língua portuguesa , nasceu na cidade da Praia, em Santiago de Cabo Verde, em 24 de janeiro de 1941.
Elemento activo da geração de 1960, colaborou em SELÓ - folha dos novíssimos, Boletim de Cabo Verde, revista Vértice (Coimbra), Raízes, Ponto & Vírgula, Fragmentos, Sopinha de Alfabeto, entre outras publicações.
Foi redactor do extinto jornal Voz di Povo.
***
Lisboa - 1971
A Ovídio Martins e Osvaldo Osório
Em verdade Lisboa não estava ali para nos saudar.
Eis-nos enfim transidos e quase perdidos
no meio de guardas e aviões da Portela.
Em verdade éramos o gado mais pobre
d'África trazido àquele lugar
e como folhas varridas pela vassoura do vento
nossos paramentos de presunção e de casta.
E quando mais tarde surpreendemos o espanto
da mulher que vendia maçãs
e queria saber donde... ao que vínhamos
descobrimos o logro a circular no coração do Império.
Porém o desencanto, que desce ao peito
e trepa a montanha,
necessita da levedura que o tempo fornece.
E num caminhão, por entre caixotes e resquícios da véspera,
fomos seguindo nosso destino
naquela manhã friorenta e molhada por chuviscos d'inverno
***
Canto Final Final Ou Agonia Duma Noite Infecunda
Como a flor cortada rente e desfolhada
ou os olhos vazados da criança
e o seu fio de pranto tênue e impotente
assim a noite caminha com os astros todos em vertigem
até que se atinge o ponto da mudez
a pesada mó triturando a sílaba
a garganta com as cordas dilaceradas
e uma lâmina ácida e pontiaguda enterrada ao nível da carótida

Entenda-se isto como noite e o seu transe derradeiro
tanto assim que a flor desfeita
não embala o coração do poeta
oh não
porque a flor defunta
se voa
não sobe nunca
e só dura
o espaço breve duma nota
Assim o canto se detém imóvel
como se da flauta
falhando súbito
na boca do poeta
ficasse o hiato
ou a saliva
de um tempo devassado por insectos cor de cinza
A voz suspensa e negada
cede a vez à letra amorfa
inscrita no silêncio
com seu peso
de chumbo e olvido
acaba o poema
e um ponto final selando tudo.
***
Ser tigre
O tigre ignora a liberdade do salto
é como se uma mola o compelisse a pular.

Entre o cio e a cópula
o tigre não ama.

Ele busca a fêmea
como quem procura comida.

Sem tempo na alma,
é no presente que o tigre existe.

Nenhuma voz lhe fala da morte.
O tigre, já velho, dorme e passa.

Ele é esquivo,
não há mãos que o tomem.

Não soa,
porque não respira.

É menos que embrião
abaixo do ovo,
infra-sémen.
Não tem forma,
é quase nada, parece morto.
Porém existe,
por isso espera.

Epopéia, canção de amor,
epigrama, ode moderna, epitáfio,

Ele seráquando for tempo disso.
***
Luís Romano de Madeira Melo
Luís Romano de Madeira Melo (Santo Antão, Cabo Verde, 10 de Junho de 1922) é um poeta, novelista e folclorista bilingue, com trabalhos em português e em crioulo cabo-verdiano da Santo Antão, idioma que prefere designar por "língua cabo-verdiana". Luís Romano de Madeira Melo vive no Brasil desde 1962.
***

Símbolo
O formato daquele berço foi um símbolo
O menino em miragens impossíveis
dormia sonhando com navios de papel
enquanto eu contemplava
a cismar,
o conjunto daquela harmonia
sumindo-se na linha do mar.

Navio-berço de menino crioulo
navio-guia que ficou sem ir
"navio idêntico ao navio da nossa derrota parada".
***

Vida
A crioula que meus olhos beijaram a medo
predeu-se na confusão de um porto francês

Ela sorria continuamente, erguendo no seu riso uma cançaão extraordinária.

Não foi um romance de amor
nem mesmo um pequeno segredo entre ambos.

Somente, quando Ela falava ao pé de mim, eu sentia:
um aprazível devaneio
pela maravilha escultural duma Mulher Perfeita.

Depois,
a Vida separando Nós-Dois
a confusão, os ruidos, os braços agitando-se
e o vapor levando para outros mares,
outros portos,
a graça, o mistério, o perfume e os cantares
da crioula que meus olhos beijaram a medo
no tombadilho daquele vapor francês.
***
Ovídio Martins
Ovídio Martins é um escritor e jornalista Caboverdiano.
Nasceu em São Vicente (17.9.1928), Cabo Verde. Poeta caboverdiano, jornalista, co-fundador do Suplemento Cultural (1958, São Vicente). O seu envolvimento em atividades de promoção da independência valeram-lhe a pena a prisão e o exílio nos Países Baixos.

***
Para Além do Desespero
Para além do desespero...
Apenas a criança
Numa paisagem de nada

A sua boca não ri
(Nunca soube
que uma boca de criança
foi feita para rir)

Os seus olhos não choram
(Não há lágrimas para além do desespero)

Os seus pés
não correm atrás de borboletas
e as suas mãos
não abrem covas na areia
(Não há borboletas nem areia
numa paisagem de nada).

Para além do desespero...
Também minha revolta
com cadeados nos pulsos.
***

Minha Dor
Sonho com a manhã clara
de teus seios
e rendo-me humilde
diante da verdade
do teu corpo nu
Idear-te
e ofertar-me caricias proibidas
ir beber feito outro
na fonte longinqua
da minha dor
E minha dor é teu sillencio!...
***
Sérgio Frusoni
Sérgio Frusoni (Mindelo, 10 de Agosto de 1901 — Lisboa, 29 de Maio de 1975) foi um poeta cabo-verdiano, filho de pais italianos.
Com 24 anos de idade, começou a trabalhar na Western Telegraph Company, tendo mais tarde mudado para a Italcable. Em 1947, passou a gerir o "Café Sport" no Mindelo, onde apresentava poemas e pequenos contos em crioulo.
Na década de 1960 liderou o grupo de teatro "Teatro do Castilho" no Mindelo. Durante anos, foi locutor na Rádio Barlavento, onde dirigia e apresentava o programa "Mosaico Mindelense", em crioulo.
Frusoni escreveu muitos contos e poemas em crioulo de São Vicente (Criol d' Soncente). É muito conhecido no arquipélago de Cabo Verde, mas é praticamente desconhecido no estrangeiro. No final da sua vida, Sérgio Frusoni foi também pintor.
Para Corsino Fortes (Paralelo14: quinta-feira, 07 julho 2005), Sergio Frusoni "colocou a mulher no centro da sua poesia, apresentando-a como a fiel depositária da perpetuação da espécie e dona do condão de resolver todos os problemas, mas sempre com dignidade".
***
Minha Terra
Minha terra, que parecia-me outrora
Grande como um mundo,
e mais tarde, como um continente,
não é mais agora,
do que este cantinho
perdido neste mar profundo:
Sanvicente!

Mas aqui é que nasci
aqui é que me criei!
Este mar, este céu, este chão,
è que amoldaram a minha carne e iluminaran minha vida!
Aqui è que hei-de morrer!

E quando eu não fôr mais do que uma poeira,
ainda hei-de continuar a viver
na cor deste mar;
na luz deste céu;
na boca de uma pequena qualquer
a namorar o seu “crechêu”…
***
Meu Coraçao
Meu coração è dum rapaz de vinte anos:
ri, chora, consoante ele quer.
Se lhe dá para cantar, é italiano,
por aquele sangue que herdou quando nasci:

Se lhe dá para chorar, é caboverdeano:
Sempre com sentido no pobre e nos que podem,
sempre pronto a cair num qualquer engano,
levado pela sua confiança e boa fé.

Não tem sossego, não tem proveito!
De vez em quando pula-me no peito:
Ponho-me a escrever e… pronto, ei-lo contente!...

Mas no outro dia veio com atrevimentos,
e como o chamasse à ordem e ao respeito,
virou-se para mim e disse: “VELHO RABUJENTO”!...
***
(São Vicente, 1926) é uma escritora e poetisa Caboverdiana de língua portuguesa.
***

Barcos
"Nha terra é quel piquinino
É São Vicente é que di meu"

Nas praias
Da minha infância
Morrem barcos
Desmantelados.

Fantasmas
De pescadores
Contrabandistas
Desaparecidos
Em qualquer vaga
Nem eu sei onde.

E eu sou a mesma
Tenho dez anos
Brinco na areia
Empunho os remos...
Canto e sorrio...
A embarcação:
Para o mar!
É para o mar!...

E o pobre barco
O barco triste
Cansado e frio
Não se moveu...

Comentários no blogue

Lembro a todo o mundo que é bem aceito e apreciado qualquer comentário no blogue. Apenas rogo pra não deixar comentários anônimos e de repente também pouco educados - igual já aconteceu - que, claro, vou cancelar na hora por respeito de todos os que acreditam com paixão no valor positivo dos encontros dos grupos.
Obrigado.
Roberto

Encontro de sábado passado

Oi gente!
Sábado passado teve o encontro dedicado à poesia de Cabo Verde.
Participaram 15 pessoas, 11 mulheres e 4 homens; entre os latinos, duas brasileiras, Marta e Egilsa, Priscila, ecuatoriana, Anabella, argentina.
Houve também três novos participantes, a Ilaria, a Mariella e o Jacopo: sejam bem-vindos!
Foi legal conhecer pelo menos uma seleção com certeza subjetiva e parcial - já que fui eu mesmo a propô-la - da poesia das ilhas lusófonas em frente da África ocidental.
Que pena que não houve nenhum caboverdiano presente!
Esperamos de ter como participantes todos os lusófonos, mais cedo ou mais tarde!
Antes do encontro, teve uma sondagem da Berio sobre o desenvolvimento dos grupos de leitura feita pela Alberta Dellepiane e pela colega dela Federica Vinelli.
No que se refere a quanto foi discutido, lembro a todo o mundo que nosso grupo não tem lideres, e sim pessoas, até agora principalmente eu, mas pode ser qualquer um, que dedicam parte do tempo próprio para coordenar participantes, leituras e atualizar o blogue, nada mais.
E isso eu pessoalmente o faço porque eu gosto de fazê-lo, por minha paixão, porque gosto de cultivar meu português e de compartilhar e comparar meus interesses literários com os outros, que têm sempre algo para me dar em troca do que eu dou também.
En fim, a arte do encontro! Esta maravilhosa frase de Vinicius de Moraes que eu gosto sempre de citar.
Como sempre, qualquer um que queira compartilhar alguma leitura com a gente, é livre de propô-la em qualquer momento.
Para a próxima vez, 18 de outubro, deveriamos ler alguma poesia do poeta brasileiro Mario Quintana, com a presença do tradutor italiano Pierino Bonifazi.
Assim pelo menos me falou a Patrizia Ercole, estou esperando a confirmação.
Em alternativa a Elena já faz tempo propôs pra ler o autor angolano Pepetela.
E nossa amiga e participante Adelaide propôs pra a gente ler alguma vez uma seleção de piadas, que acho que é uma ótima idéia, pra descontrair...
Até breve!
Roberto

quarta-feira, 1 de outubro de 2008

Poesia de Cabo Verde

Oi pessoal!
Neste sábado que vem a gente vai ler uma antologia da poesia caboverdiana, ta legal?
Assim a gente vai descobrir um pouco mais da cultura destas ilhas lusófonas da Africa.
E espero de ver algum caboverdiano no encontro que possa nos explicar melhor o que é uma morna e como se pronuncia o crioulo.
Até sábado!
Roberto

terça-feira, 23 de setembro de 2008

Lingua Madre

Oi pessoal!
A amiga Marina Forlani nos enviou a notícia do interessante concurso literário "Lingua Madre", reservado às mulheres estrangeiras e italianas sobre as mulheres migrantes.
Podem encontrar mais informações no site: http://www.fieralibro.it/pages/LinMadDic07.jsp
De repente entre vocês vai ter a nova ganhadora, quem sabe!?

domingo, 7 de setembro de 2008

Encontro de ontem!

Oi galera!
Ontem a gente se encontrou depois das ferias de verão, que na verdade continuam para a maioria de nossos participantes, já que éramos apenas 8, 5 mulheres e 3 homens.
Porém foi legal mesmo assim e teve até um novo participante, Gian Piero, que fala bem português com sotaque de Portugal.
Porém a gente não dedicou este encontro ao Portugal, ao qual mais cedo ou mais tarde temos que voltar, e sim ao Brasil, visto pelo Darcy Ribeiro, em particular na linda novela Maíra, do 1976, da qual lemos o capítulo Isaías, muito bacana, principalmente por representar muito bem o ponto de vista do "indio".
A Marta Ribeiro, igual antecipado, que escolheu este texto pra a gente e escolheu bem!
Na net se encontra muita coisa sobre o Darcy Ribeiro, que não era parente da Marta, ela confirmou!
Até o próximo encontro que temos que fixar!
Roberto

sexta-feira, 29 de agosto de 2008

Encontro depois das ferias!

Oi galera!
No dia 6 de setembro, sábado da semana que vem, vai cair o encontro da gente depois das ferias de verão!
Eu fui no Equador! Adorei!!! Mas falei espanhol!
Neste próximo encontro tenho que recuperar um pouco do meu português! kkk…
A gente vai ler algo de Darcy Ribeiro, famoso e valioso antropólogo, escritor e educador brasileiro (vejam o artigo do wikipedia http://pt.wikipedia.org/wiki/Darcy_ribeiro que parece bem feito).
A proposta de conhecer Darcy Ribeiro vem da nossa amiga paulistana Marta Ribeiro, que, porém, não me parece que seja parente do Darcy, viu!?
Até a famosa e azarada Anita Garibaldi se chamava na verdade Ana Maria de Jesus Ribeiro, mas ela também acho que não fosse parente da Marta nem do Darcy!
Até sábado 6 de setembro para conferir!
Roberto

Homenagem a nossa amiga Amina Di Munno!

Oi galera!
Patricia, nossa fonte de informações preciosas, me apontou um artigo no site http://www.oriundi.net/index.php que fala sobre nossa amiga Amina Di Munno, professora de Literatura Portuguesa na Universidade de Gênova.
Em seguida vem o artigo:
"Literatura brasileira na perspectiva de uma estudiosa italiana Sexta-Feira - 29/08/2008
Depois de abordar as influências italianas em alguns contos de Machado de Assis, a professora de literatura portuguesa e brasileira da Universidade de Gênova, Amina Di Munno, encerra sua participação no Simpósio Internacional Caminhos Cruzados – Machado de Assis pela crítica mundial será a monitora, nesta sexta-feira, às 20h30min, de uma visita guiada na exposição Machado de Assis: Mas este capítulo não é sério, instalada no Museu da Língua Portuguesa, em São Paulo.
Com estudos sobre autores portugueses e brasileiros dos séculos 19 e 20 e experiência na área da tradução literária, Amina Di Munno tem um amplo trabalho de estudos e pesquisa, que se revelam em textos como La literatura femenina brasileña: desde lo sumergido hasta la punta del iceberg. Outro trabalho é Letteratura e arti visive nel Modernismo luso-brasiliano, que pode ser acessado no endereço:
Ficamos felizes por esta homenagem a uma amiga e estudiosa tão valiosa!
Roberto

terça-feira, 22 de julho de 2008

Encontro de sábado passado

Oi galera!!
No sábado passado a gente se encontrou - 15 pessoas, contra toda previsão!! - pra ler o material sobre José Maria Rabêlo, o que já tinha colocado aqui mais uma poesia dele, a primeira do livro Residência Provisória. Os sentimentos do exílio, cujo título é o mesmo do livro: Residência Provisória.
Surgiu também uma conversa bem legal sobre a história da ditadura no Brasil...
Eis a linda e comovente poesia que a gente leu:
Residência Provisória
São sempre incertos os rumos
ao longo da caminhada
e sem fim parece a espera
eela volta tão sonhada.

Nos exilios não se mora,
o que se faz è acampar.
Aguardar aqui è o verbo
que se deve conjugar.

A sentença que cumprimos
nunca foi determinada.
Ninguém sabe a duração
dessa pena decretada.

Dela se terá idéia,
mas depois de ser cumprida.
Duração que pode ir
de um só dia a toda a vida.

Que paisagem é esta que me confunde,
que rio é este que nunca vi,
que gente é esta que desconheço,
que campo é este em que me perco,
que noite é esta de que não saio,
que lugar é este a que devo ir,
que bruma é esta que dura sempre,
que canto é este que não distingo,
que festa é esta sem propósito,
que sol é este que não me aquece?

Lá fora a neve encobre
as margens das estradas,
e um álgido vento
açoita os vidros do edifício.
A rua está deserta,
e os homens que passam,
poucos, pela madrugada,
conversam noutra língua,
falam de longínquas mulheres,
de sonhos ininteligíveis
para meus sentidos de sonâmbulo.
O agasalho que me deram
é curto, incômodo,
e me imobiliza os gestos, o pensamento,
na solidão do meu quarto.
Tento chamar pelo telefone
a alguma parte em que me entendam:
todas as linhas estão cortadas,
todos os números estão mudos.
Olho para o mar como último ponto de salvação,
mas os navios já partiram,
e apenas os bêbados, os retardatários
ainda aguardam sobre o cais
o embarque impossível.

A viagem compulsória,
sem programa nem roteiro.
Quem dirá a trajetória
para o andar do viageiro?

Travessia compulsória
neste mapa forasteiro,
como prova expiatória
pra testar o caminheiro.

Existência compulsória,
num refúgio carcereiro,
todo dia transitória,
interina o tempo inteiro.

Pois é vida migratória,
pouso errante, passageiro,
gleba que se carpe, inglória,
não dono; como meeiro.

Não dono; como meeiro:
residência provisória.
Até setembro!!

quarta-feira, 16 de julho de 2008

Sarau Chama Poética 27 de julho - Paratodos


Oi gente!!
A Fernanda organizou outro lindo sarau na Casa das Rosas em SP!!
Divulgo com prazer!
Clicar na imagem para os detalhes!

segunda-feira, 14 de julho de 2008

José Maria Rabêlo, minha proposta

Oi galera!!
To propondo pra ler umas poesias do jornalista, escritor e poeta mineiro José Maria Rabêlo, cantor e crítico do exílio, próprio e dos outros, durante a ditadura no Brasil.
As poesias são escolhidas do livro Residência Provisória. Os sentimentos do exílio.
Em seguida vou publicar uns artigos sobre o autor e um recente artigo dele mesmo, que a gente pode ler também sábado próximo.
Até lá!
http://www.pdt-rj.org.br/destaques.asp?id=243
José Maria Rabêlo lança novo livro
19/4/2005
José Maria Rabêlo estará lançando seu livro Residência Provisória. Os sentimentos do exílio e a segunda edição de Binômio, no próximo dia 25 de abril, no restaurante La Fiorentina. (Av. Atlântica, 458), a partir das 18h30.
A visão do exílio, através da poesia, é a essência do livro Residência Provisória. Os sentimentos do exílio, do jornalista José Maria Rabêlo, que será lançado no Rio na próxima segunda-feira dia 25, a partir das 18:30, no Restaurante La Fiorentina. José Maria foi fundador do combativo jornal alternativo O Binômio fechado pela ditadura em 1964.
Residência Provisória. Os sentimentos do exílio nasceu de uma circunstância muito especial: a de evitar o que o autor chama de desaprendizado da língua, ou como diz ele, referindo-se aos quase 16 anos em que viveu como exilado na Bolívia, Chile e França, nos quais teve de usar cotidianamente aquelas línguas: Sob a pressão permanente e desestruturante, primeiro do espanhol, depois do francês, senti que, pouco a pouco, estava perdendo o domínio de meu próprio idioma.
Como reação a essa crucial perspectiva, sobretudo para um jornalista que faz da linguagem seu principal instrumento de trabalho, Rabêlo passou a escrever em português sempre que podia. A poesia pela sua imensa riqueza formal foi a modalidade escolhida para seu esforço de resistência cultural. O material produzido em tão singulares condições, depois de intensamente reelaborado, constitui a base de Residência Provisória, o primeiro livro de poesia de um autor brasileiro, todo escrito no exílio e sobre o exílio.
A obra contou com padrinhos da estatura do jornalista e poeta Wilson Figueiredo, que depõe sobre ela, no prefácio: Residência Provisória pode fundar descendência no Brasil e ser marco poético, pelo menos, para mostrar que é possível tecer versos de natureza política em um tom abaixo das estridências discursivas e proselitistas. Ou do também poeta e professor mineiro Edmur Fonseca, para quem a poesia de José Maria Rabêlo alcança um nível raro, usando um amplo leque de recursos, desde a métrica dos trovadores medievais e dos cantadores do Nordeste, ao versejar de acento camoniano e ao despojamento do melhor do modernismo português e brasileiro.
Juntamente com Residência Provisória, será lançada a segunda edição do livro Binômio. O jornal que virou Minas de cabeça para baixo, também de autoria de José Maria.
http://www.otempo.com.br/otempo/noticias/?IdNoticia=56841
Na época da ousadia
José Maria Rabêlo, que celebra 60 anos de carreira, é ícone de uma era em que a denúncia e o humor davam o tom do jornalismo brasileiro
MARCELO FIUZA - 16/09/2007
Na seção de agradecimentos do livro Binômio, o Jornal que Virou Minas de Cabeça para Baixo (Barlavento/Armazém de Idéias, 1997), José Maria Rabêlo revela que o conselho mais importante que recebeu na vida veio do porteiro Geraldinho, do prédio em que ficava a redação do dito periódico belo-horizontino, num funesto 30 de março de 1964: Cai fora, Zé Maria, que os homens estão aí te procurando.
Foi uma cena cinematográfica, eu descia por um elevador enquanto eles subiam por outro para me prender. Dentre essas desgraças todas que a gente viveu, sempre dei muita sorte. Se tivesse sido pego seria ruim, deprimente, desmoralizante, explica o jornalista sobre o fechamento do Binômio no golpe de 64, lembrando que essa foi apenas mais uma antológica passagem em seis décadas exatas de carreira jornalística, a serem celebradas em 2007 – o Sindicato dos Jornalistas Profissionais de Minas Gerais engendra uma homenagem, provavelmente para novembro, mas ainda a ser confirmada.
Perseguido e cassado pelos militares, Zé Maria passou por três exílios nos 16 anos seguintes. Conseguiu sair do país levando consigo a mulher, Thereza, e os sete filhos. E nunca largou o jornalismo. Na Bolívia, participou do lançamento do inovador Clarín, mas teve de deixar o país após o golpe militar que depôs o governo de Paz Estenssoro.
Exilou- se no Chile, onde trabalhou no Centro de Desenvolvimento Econômico e Social da América Latina e montou uma rede de livrarias. Até o general Pinochet tomar o poder de Salvador Allende e ele, mais uma vez, ter de fugir. Daquela vez não tínhamos esquema na véspera do golpe e, como sempre, contei com amigos, diz Zé Maria, que se radicou na França a seguir e prosseguiu no ofício de livreiro até o retorno ao Brasil, onde integrou a redação do Pasquim e foi vicepresidente do Banerj nas duas administrações do governador carioca Leonel Brizola.
Tapa na cara
Não foi, entretanto, o fato de ter fundado, em 1952, com o colega Euro Arantes, o Binômio – jornal recursor da imprensa alternativa brasileira, de sistemática oposição ao governo JK e pautado pelo humor e pela crítica social e política – que colocou Zé Maria no topo da lista dos presos políticos no golpe de 64.
Três anos antes, ele já tivera os militares em seus calcanhares, em outra passagem que merece ir para qualquer antologia do jornalismo no país: em 1961 Zé Maria socou o general João Punaro Bley, comandante de todas as forças federais na capital mineira.
Na ocasião, Bley foi à redação do Binômio tirar satisfações sobre a reportagem não assinada Democrata hoje, fascista ontem, que levantava a vida pregressa do militar como interventor no Espírito Santo e repleta de arbitrariedades contra adversários políticos. O general entrou na redação e manteve o seguinte e insólito diálogo com o jornalista: - Quem foi que escreveu esta merda contra mim? - Esta é uma matéria séria e eu sou responsável por tudo o que sai no jornal. - Então você é um filho da puta e vai pagar por isso. Imediatamente, o general-de-brigada partiu para a briga e agarrou o pescoço de Zé Maria.
Alto, forte, treinado em lutas e corajoso, o jornalista subjugou o militar a socos. Minutos depois, o quarteirão foi cercado, centenas de soldados invadiram o prédio e empastelaram o jornal, fato que repercutiu em todo o mundo. Nada ficara intacto do que compunha o Binômio nas seis salas do 6º andar, que seriam fechadas logo em seguida pela perícia da Polícia Civil e assim permaneceriam, por longo e inútil tempo, a receber a visita diária de curiosos que queriam olhar as ruínas, através das grades com os vidros quebrados e fechadas a chave, escreve Guy de Almeida, redator e editorchefe do periódico na época, sobre a confusão em que muita gente foi presa.
Nas horas seguintes ao incidente com o general não sabíamos no que ia dar. Tínhamos as Forças Armadas contra nós, lembra Zé Maria, que foi prudentemente retirado da redação após a briga e, naquela noite, fugiu da cidade vestido com batina de padre e acompanhado da mulher e filhos.
Não sem antes escrever editorial contra o empastelamento que seria publicado na edição seguinte do Binômio, juntamente com a reprodução da matéria sobre Bley. No inquérito policial militar instaurado, Zé Maria foi absolvido e considerado vítima. Como punição, todos oficiais envolvidos foram transferidos para outras unidades. Bley morreu sem cumprir o juramento de morte a Zé Maria.
Socialismo
Mineiro de Campos Gerais, José Maria Rabêlo veio adolescente para Belo Horizonte, para cursar o colegial no Estadual Central. Já trouxe consigo a vontade de ser jornalista. No interior já escrevia teatro, mantinha atividade intelectual. O jornalismo ou qualquer atividade tributária deste era o caminho, explica ele, que começou na profissão em 1947, na revista Cultura Magazine e, a seguir, foi trabalhar no Informador Comercial (mais tarde Diário do Comércio), na Tribuna de Minas e no Diário de Minas.
Em 1952, fundou, com o também jornalista Euro Arantes, o Binômio, que circulou até 1964. Queríamos somente dizer o que não nos permitiam em outros jornais, e dizer mesmo que fosse brincando, rindo e fazendo rir, escreve Zé Maria. Quem faz história não sabe que o está fazendo, completa.
Sempre fiz jornalismo político. Ser jornalista é a minha vida, diz ele, lembrando que desde a juventude esteve ligado aos movimentos sociais. Me aproximei da Esquerda Democrática e, em 1947, fundamos o Partido Socialista Brasileiro e começamos a fazer um jornalismo ‘contracorrente’. Queríamos fazer o socialismo democrático, éramos contra os stalinistas. Nos aproximávamos ideologicamente do Partido Trabalhista inglês, diz o candidato derrotado a prefeito de Belo Horizonte no pleito de 1962, com plataforma em defesa dos favelados e pela proteção dos recursos naturais do país.
Na literatura, além de Binômio, o Jornal que Virou Minas de Cabeça para Baixo, publicou o livro de poesias Residência Provisória (no exílio vi que estava perdendo a pureza da língua portuguesa e escrevi poesias para mim) e, em co-autoria com a mulher, Thereza Rabêlo, o livro de memórias Diáspora, os Longos Caminhos do Exílio.
Projetos
Com recém-completados 79 anos de vida, Zé Maria Rabêlo tampouco se acomoda. Escreve diariamente e tem três livros em produção. Um, histórico e informativo, chama-se Brilhos Vidrilhos de Belo Horizonte e conta a história da capital desde o século 19. Deve ficar pronto este ano. Outro é o autobiográfico Jornalismo na Contracorrente. Quero contar a história da imprensa brasileira através da nossa experiência, diz. Há ainda Minas na História do Brasil, obra coletiva sobre a colonização do Estado e que aborda também as origens étnicas e genéticas dos povos americanos pré-colombianos.
Me dê um dia para pesquisar e sou um homem que fala sobre qualquer assunto, diz ele, mostrando a sala repleta de recortes de jornais catalogados, no escritório na Savassi. Hoje, questionado se a luta valeu a pena, Zé Maria mostra-se realizado. Éramos sonhadores e fizemos o que e como podíamos. Valeu, pior seria se tivéssemos nos acomodado. Alguma importância tive ao fazer um jornal respeitado, que até hoje é querido, que fez sucesso e manteve a independência. Não tenho rancor de nada, nunca lamento derrotas e frustrações, pois são tentativas de se fazer algo mais digno.
Entretanto, se pudesse, Zé Maria mudaria um ponto de sua biografia. Digo que não repetiria tudo que fiz nestes 60 anos. Hoje me conteria diante das agressões ao general Punaro Bley, o imobilizaria e o deixaria lá. Teria evitado essa pecha, mas na época tinha de lutar para me defender, analisa o veterano profissional, que manda um recado para os novatos na área: A primeira qualidade do jornalista é ser crítico, tem de se colocar, ter responsabilidade social.
http://www.bafafa.com.br/noticias.asp?cod_categoria=4&cod_subcategoria=8&cod_noticia=1715
Os verdugos e suas vítimas
José Maria Rabêlo, jornalista - Rio de Janeiro, 14 de julho de 2008
anoticiacomoelae@uol.com.br bafafa@bafafa.com.br
Entre os principais países americanos, o Brasil foi o último a tornar-se independente. Foi um dos últimos a abolir a escravatura. Foi dos últimos também a ter uma universidade.
Estamos caminhando para um novo e vergonhoso recorde histórico. Enquanto diversos vizinhos nossos julgam e condenam seus ditadores, seus carrascos e torturadores, o Brasil nem mesmo abriu os arquivos secretos da Ditadura. Protegidos por uma lei de anistia que colocou no mesmo prato da balança vítimas e criminosos, estes últimos apresentam-se, por aí, na mais total impunidade, gozando de todas as vantagens e benefícios que herdaram de suas antigas funções. Alguns até mesmo se vangloriam de seu passado de torturadores, a exemplo de um ex-capitão do Exército pertencente a tradicional família de banqueiros de Belo Horizonte, que vai ao cúmulo de zombar pessoalmente dos que passaram pelas suas mãos. Têm até organizações de defesa da "classe", como a que promoveu recentemente manifestações de solidariedade ao coronel Brilhante Ustra, o sinistro Dr. Tibiriçá, algoz-mor do velho Doi-Codi paulista. E chegam a contar com um porta-voz na grande imprensa, ele mesmo co-autor dos piores atos contra a democracia durante o governo de exceção, esse emplumado coronel e ex-senador Jarbas Passarinho, incondicional defensor dos crimes dos porões militares.
Pelo menos quatro países já estão acertando suas contas com ex-governantes implicados em delitos contra os direitos humanos. O primeiro deles é a Argentina, justamente onde a repressão alcançou as maiores proporções. Foram 30 mil mortos e desaparecidos, principalmente sob a ditadura do general Jorge Videla, que governou o país de 1976 a 1981. Julgado mais tarde, Videla foi destituído de suas patentes e encontra-se hoje cumprindo prisão perpétua. Com todo o apoio da administração Kirchner, a Corte Suprema de Justiça tornou sem efeito as últimas leis que asseguravam a proteção aos envolvidos com a repressão. Muitos estão sendo processados e condenados, entre eles altas patentes e ex-mandatários, como o general Leopoldo Gualtieri, que conduziu o país à desastrosa guerra contra a Inglaterra.
O Uruguai vai pela mesma trilha. A Justiça acaba de decretar a prisão do ex-ditador Joan María Bordaberry, que, em 1973, deu um golpe de estado com o apoio das Forças Armadas. Ele é acusado pela morte de dezenas de opositores, inclusive parlamentares, e pode ser condenado a trinta anos de prisão.
No Peru, o ex-presidente Alberto Fujimori é alvo de inúmeros processos por violação dos direitos individuais, inclusive o assassinato de componentes do movimento guerrilheiro Sendero Luminoso.
O caso do Chile é parecido com os demais. A lei que impedia o julgamento dos crimes da ditadura está sendo revogada na prática pelos tribunais e brevemente deve ser anulada pelo congresso. O general Manoel Contreras, ex-comandante da Dina, polícia secreta do regime militar e coordenador da Operação Condor, já havia sido condenado pela justiça americana no caso do ex-ministro de Allende, Orlando Letelier, assassinado em Washington por agentes chilenos, e está preso em Santiago. O mesmo destino seria o de Augusto Pinochet, se a morte, colaborando com ele, não o tivesse levado antes do julgamento. Dezenas de outros integrantes dos órgãos repressivos respondem a processos.
No Brasil, apesar de termos um governo saído das lutas pela redemocratização, é proibido falar no assunto, sob a falsa alegação da "conciliação nacional". Essa conciliação que equipara os assassinados aos assassinos; os torturados, aos torturadores. É a conciliação da vida com a morte. Não temos nem o direito de saber o que se passou entre nós, pois lei aprovada no governo de FHC tornou secretos para sempre registros essenciais para o conhecimento das entranhas do regime ditatorial.
A revisão da Lei de Anistia e da que estabelece o acesso a documentos considerados sigilosos constitui uma imposição da própria preservação da democracia e do estado de direito, que não podem admitir, e muito menos perdoar, essas práticas medievais da tortura e dos assassinatos políticos.
É preciso rasgar o tumor da impunidade que cerca os crimes da Ditadura. É preciso ter coragem para iluminar os labirintos de nosso passado recente. É preciso banir todos os fantasmas, mortos ou vivos, que o habitam. Ou, como diz Neruda, em seus belíssimos versos, que faço meus: Por estes mortos / nossos mortos / peço castigo. / Para o verdugo / que mandou esta morte / peço castigo.

Sábado próximo: vamos ler o que?

Oi galera!
Sendo que é bem provável que vamos ser poucos, de qualquer forma gostaria de saber se alguém queira propor ler algo particular.
Espero propostas, se não vou ter que pensar eu em escolher algum texto, ta?
Até sábado!
Roberto

segunda-feira, 30 de junho de 2008

Sábado passado com Thiago de Mello

Oi galera!
Igual tinha escrito, sábado passado a gente conheceu a poesia de Thiago de Mello, que a Patrizia Ercole propôs pra a gente ler.
Os 13 presentes - 4 homens e 9 mulheres - tiveram o encontro com Os Estatutos do Homem, Flor de açucena, Aprendiz do espanto e Os astros íntimos, que eu escolhi de um florilégio feito na Revista Agulha (http://www.revista.agulha.nom.br/tmello.html) e enviado pra mim pela própria Patrizia.
Patrizia que observou que principalmente Aprendiz do espanto, relato poetico da primeira experiência sexual do poeta, foi escolhida pela minha perspectiva masculina...
Uai... pode até ser: homem, sou homem e, igual disse o Terêncio, Homo sum, humani nihil a me alienum puto, isto é: sou homem, não considero estranho a mim nada do que é humano... e masculino também, não é?
Mas foi legal mesmo conhecer este poeta quase coetâneo e muito amigo do nosso Seu Antônio, o Professor Prado, que a gente conheceu na semana passada... foi uma ligação bem feita.
De novo, obrigado a Patrizia, então.
Depois do encontro a gente foi assistir ao espetáculo Sogni... Sueños: Lorca, Goya, direto e interpretado por nossa amiga e participante do grupo Marina Bonelli com a amiga espanhola Anne Serrano, parabéns pra elas: foi um espetáculo muito sugestivo com uma interpretação intensa!
A gente resolveu também colocar o encontro do verão no sábado 19 de julho às 10.30, esperamos a confirmação da Alberta. Quanto ao calendario dos encontros a partir de setembro, nos próximos dias vou divulgar uma prosposta.
Ta beleza?
Abraços e boas férias pra todo o mundo!
Roberto

quinta-feira, 26 de junho de 2008

O carinho da Marta!

"Querido Roberto,
Gostaria muito de te agradecer, do fundo do coração por você, aquele dia, na Casa America, de ter me convidado a participar do Grupo de Leitura. Esta ultima semana, com música, poesia, novas amizades, foi para mim muito emocionante e devo isto a você e a Priscila que também è um amor de pessoa.
Não posso descrever com palavras a minha emoção nestes dias, e como disse Tatiana, são coisas que, por um desenho do universo, um destino, acontecem. Podemos dizer que o acaso desses encontros foram muito gratificantes. Você sabe que eu tinha 3 agendas a mais e dei uma para a Tatiana, uma para Fernanda e uma para o Seu Antônio. Quando eles a abriram a fitinha que marca o dia estava exatamente no dia 20 de junho (aquele dia que voce deixou a Tatiana aqui em casa). Me perguntaram se eu tinha feito de proposito. Mas foi uma coincidência muito legal. Descobrimos que o Seu Antônio é do signo de Balança como eu, e a Tatiana Leão como o meu ascendente, coisas estranhas... e bonitas...
Pensei comigo mesma, porque certas pessoas, aliás pessoas certas, aparecem em nossas vidas, dizem coisas que sempre queriamos ouvir, e te dão uma alegria imensa? Acho que não tem resposta, a resposta talvez esteja na poesia e na nossa percepção de captá-la, e, mesmo sem saber externar os nossos pensamentos, devemos agradecer aos poetas, que sabem tirar da alma o que tantas pessoas pensam mas não têm o dom de externá-las com palavras, como eles têm.
Em outros momentos existem pessoas que não te dão tanto prazer e até te aborrecem, mas acho que é tudo ensinamento e experiência, faz parte da vida, para nos fazer crescer. Temos sempre o que aprender, o mundo é bonito pela sua variedade de coisas e de pessoas, assim podemos distinguir melhor o que é bom e o que é ruim, e valorizar os momentos belos vividos.
Te agradeço novamente, a você, Roberto, a Priscila, Patrizia, Amina, Véra Lucia, todos da Chama Poetica e Tatiana.
São pessoas muito especiais.
Obrigada.
Um grande abraço.
Marta Ribeiro de Souza"
A Tatiana que a Marta citou è Tatiana Danilyants, poeta e diretora de filmes russa – ela também em Gênova para o Festival di Poesia – que fez amizade com o grupo da Chama Poetica e comigo também… compartilhando poesia…

quarta-feira, 25 de junho de 2008

A chama poetica veio e inflamou Gênova!!

Oi galera!!
Até que em fim consigo escrever no blogue sobre o que vivemos na semana passada com o pessoal brasileiro da Chama Poetica!
Antes de mais nada, tenho que dizer que foi emocionante, igual falei na Casa America... e já isso me deixa meio atrapalhado em expressar o que senti...
Pois então... Depois das atuações da Chama Poetica no Festival di Poesia na noite do dia 16 de junho - a Vera Lúcia, igual falei, também tinha lido umas poesias dela no dia 13 -, a gente se encontrou e se conheceu e a impressão que já tive por email de ter a ver com pessoas especiais foi confirmada, aliás reforçada.
O dia seguinte o Professor Antônio Lázaro de Almeida Prado, a Vera Lúcia de Oliveira, o Cássio Junqueira, a Carmen Queiroz e a Elisa Gatti, acompanhados pela Fernanda, filha do Professor Antônio e organizadora do Sarau, e pela Senhora Themis, esposa do Professor, arrebentaram mesmo na Casa America, na frente de pelo menos 100 pessoas e apresentados pela Amina di Munno!
O professor Antônio, apesar de não ser mais um moço, é uma pessoa muito jovem no coração, no espirito: ele vive a poesia como a mais profunda forma de encontro entre os seres humanos, além de qualquer barreira que o próprio ser humano se impõe... Acho que todo o mundo percebeu e adorou esse jeito dele...
Ele já foi assistente de Giuseppe Ungaretti, quando o grande poeta italiano foi Professor de Literatura Italiana na Unesp, em São Paulo, e herdou a cátedra dele depois do primeiro sucessor... Conhecé-lo e conversar com ele me enriqueceu muito, principalmente me contagiou com o entusiasmo dele...
A Vera Lúcia, já falei sobre ela, é pessoa e poeta muito sensível e aguda... e ela foi aluna do Professor Antônio em São Paulo e se encontrou com ele e com a gente aqui em Gênova!!!
Cássio Junqueira, além de ser poeta apaixonante, tem um jeito de interpretar as poesias dele e dos maiores autores da Literatura em língua portuguesa que apaixona mesmo, efeito que produziu de uma forma encantadora entre o público!
A Carmen Queiroz é cantora que merece ser mencionada com as outras grandes cantoras MPB e samba, igual a Elis Regina, a Alcione, a Beth Carvalho e a Clara Nunes, sem esquecer a Margareth Menezes e a mais recente Teresa Cristina... etc... Adorei os cd's que ela me deu, uma emoção que acresce o prazer de ouvir a música dela!
A Elisa Gatti, muito jovem mas muito talentosa, além de conquistar o público com a beleza dela, ofereceu pra todo o mundo uma prova da arte dela, que inclusive tem esse valor adjunto de abranger as duas culturas que lhe pertencem, a brasileira e a italiana, sem esquecer as homenagens que ela fez à poesia do grande Fernando Pessoa. Estamos torcendo pra ela conseguir ganhar em Castrocaro!!
Depois da atuação na Casa America, a gente acompanhou nossos amigos da Chama Poetica ao Suq, onde, mesmo no pouco tempo disponível, arrebentaram também entre o público presente e com a Carla Peiroleiro, que agradecemos de novo pela hospitalidade e gentileza e pelas palavras de apreciação.
Pois um agradecimento especial vai a Fernanda e Themis, pela simpatia e o carinho que nos fizeram sentir igual pessoas queridas desde sempre, e pela mesma razão à querida amiga Marta Ribeiro e ao filho dela Riccardo, que compartilharam comigo o prazer de passar o tempo livre com essa banda da Chama Poetica, uma banda mesmo igual àquela que cantou o Chico Buarque.
E como posso esquecer a Patrizia Ercole!!!???
Nossa! Essa mulher é um vulcão de idéias e de ações também... Sem ela a gente não teria vivido este prazer de encontrar a banda!!
A proposito, ela propôs pra dedicar o próximo encontro ao autor brasileiro Thiago de Mello...
Como que foi também o aniversário dela nos últimos dias, acho que podemos adiar as outras propostas para os outros encontros, não é?, assim a gente a agradece pela valiosa contribuição e lhe dá o presente de niver de uma vez!
Nas próximas mensagens vou dar mais detalhes... e vou colocar umas fotos também, que merecem, não é?!
Concluo repetindo o que falei na Casa America: "A vida é a arte do encontro", como disse Vinicius de Moraes, e a gente, neste sentido, foi artista mesmo nesses dias!
Um abraço!
Roberto
P.S.: sábado passado o Professor com a filha e a esposa dele participaram também do encontro do Grupo de Lectura em espanhol: o pessoal adorou! Mas vou contar mais sobre essa no blogue do Grupo de Lectura!
Ah, eles deixaram uns livros para a Berio, assim quem quiser pode se inflamar mais com a Chama Poetica!

terça-feira, 17 de junho de 2008

Despedida revogada

Oi gente!
Vou publicar minha resposta à bibliotecaria Alberta, que lhe enviei por email fazem poucos minutos atrás (em italiano... ela não fala português!):
"Ciao Alberta,
grazie per la tua risposta, neutra e istituzionale come dev'essere.
Concordo con te, soprattutto sul punto secondo cui non devi essere occupata dalle nostre questioni personali.
In ogni caso, mosso da considerazioni ispiratemi da uno scambio di vedute con Priscila, dagli incoraggiamenti grati e affettuosi dei membri del grupo, nonché dalla simpatia e affinità mostratemi dai brasileiros per i quali abbiamo organizzato l'evento a Casa America con Amina, a questo punto mi pongo il problema morale di difendere, piuttosto che mollare il grupo che a tante persone sta giovando. Difenderlo da chi anziché cercare l'incontro tra le persone, ne cerca invece una prevaricazione per altri interessi, accusando pubblicamente e calunniosamente gli altri, sentiti come concorrenza, di perseguire i propri scopi.
Prima mi ponevo il problema di non permettere che gli altri fossero turbati da polemiche in cui non dovevano entrare, ora mi pongo il problema, più reale, di salvaguardarne le aspettative benefiche.
Ai prossimi incontri dei grupos ci sarò e presto ti comunicheremo le date di luglio.
Obrigado Gracias
Roberto"
Bom, acho que não tenho que comentar mais nada...
Na próxima mensagem vou publicar até as fotos dos encontros com a Chama poetica... e falar sobre eles.
Espero propostas para o próximo encontro do dia 28 de junho.
Abraços,
Roberto

segunda-feira, 16 de junho de 2008

Uma típica piadinha brasileira… pra descontrair

O PADRE E OS ARGENTINOS
Numa cidadezinha pequena, bem na divisa do Brasil e Argentina, a Igreja fica cheia para a missa das 10h: argentinos, brasileiros, o prefeito...
O padre começa o sermão:
- Irmãos estamos hoje aqui reunidos para falar dos Fariseus... Aquele povo desgraçado como esses argentinos que estão aqui...
Ohhhhhhh!!!! O maior tumulto tomou conta da igreja. Os argentinos saíram xingando o padre, houve briga na porta da igreja.
O prefeito levou a mão à cabeça, indignado.
Acabada a confusão, o prefeito foi falar com o padre na sacristia:
- Padre, controle-se por favor, os argentinos vêm para este lado, gastam nas lojas, nos restaurantes, trazem divisas para a cidade. Não faça mais isso.
Durante a semana a conversa entre todos era a mesma: o padre e o sermão do domingo. Aquele zum-zum-zum todo foi fazendo as pessoas ficarem curiosas e querendo saber mais sobre o que tinha acontecido. Finalmente, chega o domingo. O prefeito chega na sacristia e fala com o padre:
- Padre, o senhor lembra do que conversamos antes, não? Por favor, não arrume nenhuma encrenca hoje, certo?
Vem a missa e o padre começa o sermão:
- Irmãos... Estamos aqui reunidos, hoje, para falar de uma pessoa da Bíblia: Maria Madalena. Aquela mulher, a prostituta que tentou Jesus, como essas argentinas que estão aqui...
Não deu outra: pancadaria na igreja, quebraram velas nos corredores, tapas, socos e algumas internações no pronto-socorro da cidade.
O prefeito novamente foi ao encontro do padre:
- Padre, o senhor não me disse que iria pegar leve? Padre, se o senhor não amansar, vou escrever uma carta à Congregação e pedir a sua retirada imediata.
Naquela semana, o tumulto era maior ainda. As conversas eram maiores ainda e todos não perderiam a missa do próximo domingo nem por decreto.
Na manhã do domingo, o prefeito entra na sacristia com a polícia e adverte o padre:
- Padre, pega leve desta vez, senão te levo em cana!!
A igreja estava abarrotada. Quase não se conseguia respirar de tanta gente.
Começa o sermão :
- Irmãos.... Estamos aqui reunidos, hoje, para falar do momento mais importante da vida de Cristo: a Santa Ceia - (O prefeito então respirou aliviado) - Jesus, naquele momento, disse aos apóstolos: "Esta noite, um de vocês irá me trair”. Então João pergunta: “Mestre, sou eu?” E Jesus responde: “Não, João, não é você”. Pedro pergunta: “Mestre, sou eu?” E Cristo responde: “Não, Pedro, não é você”. Então Judas pergunta: “Mestre, soy yo?”...
A PORRADA FOI GERAL.

sábado, 14 de junho de 2008

E haja capim!

No Curso de Medicina, o professor se dirige ao aluno e pergunta:
- Quantos rins nós temos?
- Quatro! - Responde o aluno.
- Quatro? - Replica o professor, arrogante, daqueles que sentem prazer em tripudiar sobre os erros dos alunos.
- Traga um feixe de capim, pois temos um asno na sala. - ordena o professor a seu auxiliar.
- E para mim um cafezinho! - Replicou o aluno ao auxiliar do mestre.
O professor ficou mais irado ainda e expulsou o aluno da sala.
O aluno era, entretanto, o humorista Aparício Torelly Aporelly (1895-1971), mais conhecido como o 'Barão de Itararé'.
Ao sair da sala, o aluno ainda teve a audácia de corrigir o furioso mestre:
- O senhor me perguntou quantos rins 'nós temos'. 'Nós' temos quatro: dois meus e dois seus. 'Nós' somos é uma expressão usada para o plural. Tenha um bom apetite e delicie-se com o capim.
A vida exige muito mais compreensão do que conhecimento! Às vezes as pessoas, por terem um pouco a mais de conhecimento ou acreditarem que o tem, se acham no direito de subestimar os outros...
E haja capim!!

Encontro de hoje e... despedida

Oi gente!
Hoje tivemos um encontro muito legal!
17 pessoas, italianas/os, brasileiras, peruanas, uma argentina...
Na verdade as peruanas vieram porque achavam que tivesse o encontro do grupo de lectura em espanhol, já que o jornal divulgou o calendario não atualizado, e com elas mais tres pessoas, porém ficaram mesmo assim e gostaram...
E o mérito foi sem dúvida nenhuma da Vera Lúcia de Oliveira, a poeta brasileira que vive na Itália onde trabalha como professora de Literatura portuguesa na Universidade de Lecce, aqui porque está participando do Festival della Poesia e vai participar também do Sarau que organizamos com a Amina di Munno na Casa América...
A proposito, a Amina também foi presente e divide com a Vera Lúcia o mérito do êxito do encontro. Inclusive, ela igualmente é professora de Literatura portuguesa de faculdade, porém aqui em Gênova... então... fomos honrados pela presença destas duas personalidades, ainda mais que elas são também supersimpaticas e lagais!!
E supersimpatica e legal é também a Patrizia Ercole, cuja contribuição quero ressaltar porque, na verdade, se hoje tivemos o prazer de encontrar a Vera Lúcia e a Amina o mérito é dela, já que com muito entusiasmo e paixão me permitiu de comunicar com a Fernanda, igual contei nas mensagens anteriores, e organizar com a Amina o Sarau...
A gente leu poesias da própria Vera Lúcia, podendo curtir os comentários dela, e também do Antônio Lázaro de Almeida Prado, apresentado muito bem pra o grupo pela Vera Lúcia, e de Cássio Junqueira, paixão da Patrizia... assim estamos bem preparados à chegada deles!
Infelizmente (aqui começa a parte da despedida), por causas de polêmicas que me deixam muito amargurado e já contribuiram a estragar até minha vida pessoal, resolvi sair fora do Grupo de Leitura Lusófono.
Daqui pra a frente nunca mais vou me ocupar desta maravilhosa iniciativa que espero com todo meu ser que vai continuar. O blogue também nunca mais vai ser o blogue do Grupo de Leitura Lusófono... ainda não sei o que vou fazer dele...
Pelas mesmas polêmicas, vou sair também do grupo de lectura em espanhol... mas esse já é assunto que aqui não cabe...
Tudo de bom a todos e principalmente aos grupos!
Adeus
Roberto

terça-feira, 10 de junho de 2008

Sarau do dia 17 de junho!

Oi gente!!
Já enviei pra todo o mundo o convite para o Sarau do dia 17 de junho!
De qualquer forma, vou publicar em seguida o texto do convite, em italiano, ta jóia?
Lembro a todos também que sábado que vem, 14 de junho, às 17.00 na Sala Lignea da Berio como sempre, vamos preparar um pouco esse mesmo Sarau.
Roberto
***
La Fondazione Casa America e l'Associazione “Amici di Casa America”,
con la collaborazione della Biblioteca Berio e del “Grupo de Leitura Lusófono
sono liete di invitarvi all’incontro
“SARAU” BRASILIANO
che si terrà presso la sede di Villa Rosazza
il giorno 17 giugno alle ore 17,30

Un incontro con i poeti e gli artisti che, già invitati quest'anno da Claudio Pozzani in occasione del XIV Festival della Poesia di Genova, proporranno poesia e musica di un diverso e inedito repertorio in Italia.
Gli ospiti vantano nomi di prestigio in Brasile, dal poeta Antônio Lázaro de Almeida Prado, fra gli epigoni più noti di quella grande generazione del primo Novecento poetico brasiliano e autore bilingue, ai piú giovani, Cássio Junqueira, Elisa Gatti, Carmen Queiroz, Vera Lúcia de Oliveira a Fernanda Maria Bueno de Almeida Prado, devota curatrice dell'opera del padre e straordinaria organizzatrice di eventi culturali nella megalopoli di São Paulo.

Al termine gli insegnanti di lingua spagnola e quechua reciteranno alcuni testi in lingua.

Seguirà la festa di fine corsi di lingua con il consueto momento conviviale del buffet, ove sarà possibile degustare le tipiche focacce genovesi e alcune specialità dei paesi di cui, presso l'Associazione, si insegnano le lingue.

La manifestazione terminerà per le ore 20,00.

Partecipate numerosi, sono assicurati momenti di allegria e di emozione!!

domingo, 1 de junho de 2008

Encontro na Casa America do dia 17 de junho

O pessoal!!!
Só pra comunicar que a gente vai se encontrar com o grupo da Chama Poetica que vocês já conhecem pelas mensagens anteriores - Fernanda Maria Bueno de Almeida Prado, Antônio Lázaro de Almeida Prado, Cássio Junqueira, Carmen Queiroz, Vera Lúcia de Oliveira e Elisa Gatti - na Casa America no dia 17 de junho, isto pra envolver também uma instituição tão importante em Gênova na divulgação da cultura da América Latina toda.
Foi possível combinar este "dúplice" encontro graças à Amina Di Munno, Professora de Literatura portuguesa na Universidade de Gênova e componente da Diretoria da própria Casa América.
Ela, inclusive, é amiga da Fernanda Maria Bueno de Almeida Prado e dos outro brasileiros que vão chegar, dos quais até traduziu a obra.
Então, não tava certo participar a esse encontro sem ela, ainda mais que é minha amiga também!!!
Futuramente vão conhecer mais detalhes!
Abraços
Roberto

sábado, 31 de maio de 2008

Mãos dadas

O gente, esta poesia do Carlos Drummond de Andrade que me enviou a Patrizia é linda de mais (e mexe comigo)!!!
Mãos dadas
Não serei o poeta de um mundo caduco.
Também não cantarei o mundo futuro.
Estou preso à vida e olho meus companheiros.
Estão taciturnos mas nutrem grandes esperanças.
Entre eles, considero a enorme realidade.
O presente é tão grande, não nos afastemos.
Não nos afastemos muito, vamos de mãos dadas.
Não serei o cantor de uma mulher, de uma história,
não direi os suspiros ao anoitecer, a paisagem vista da janela,
não distribuirei entorpecentes ou cartas de suicida,
não fugirei para as ilhas nem serei raptado por serafins.
O tempo é a minha matéria, o tempo presente, os homens presentes,
a vida presente.
Carlos Drummond de Andrade

quarta-feira, 28 de maio de 2008

Apresentação de Cássio Junqueira

A Fernanda, igual falei, me enviou uma apresentação de Cássio Junqueira feita por ele mesmo pra ela: vou publicá-la em seguida.
Vai seguir uma seleção de poesias do Cássio feita por Patrizia Ercole.
Beleza?
***
Fer, segue uma apresentação minha por mim mesmo… as fotos [que por enquanto não vou publicar n.d.r.] … o arquivo com os poemas do meu novo livro, que já levarei na mala para a Itália... Acho que é mais o meu jeito que um currículo... Beijo!
O meu interesse por poesia surgiu ainda criança, acho que aos sete anos de idade, quando achei um livro numa estante de meu pai em que havia poemas de Castro Alves e de outros poetas que não lembro... mas me lembro de um poema que eu adorava, lia e chorava: MÃE "Na nossa infância de sonhos/com carinho e amor/é fada que nos mostra a vida/sem os espinhos da dor/Na adolescência perdidos/trilhamos grandes desertos/é estrela de luz amiga/guiando os passos incertos/E no fim desiludidos/ sem esperança e ninguém/é saudade que nos lembra/fomos felizes também." Acho que era isso...
Depois veio Fernando Pessoa, que me despertou muito para a arte de viver, para as contradições todas que existem na Pessoa, a complexidade de que somos feitos. Fernando foi o primeiro poeta que vim a conhecer mais profundamente... Outros fui conhecendo mais superficialmente, como Vinicius, Quintana, Drummond, todos eles sempre me encantavam também...
Em setembro de 2003, bem no início da primavera, estava no trabalho e de repente fui tomado por algo que já me tomava por vezes desde criança, que nunca soube explicar e ainda não sei explicar bem, abri um documento em branco no computador e escrevi meu primeiro poema: VONTADE DE FICAR TRISTE, que diz algo assim: "às vezes me vem de repente uma vontade de ficar triste/tudo vai ficando sem importância/eu mesmo vou ficando sem importância (...) /é como se o tempo parasse para que eu pudesse respirar profundamente/e eu respiro profundamente/e minha tristeza se enche de esperança/e minha vida fica cheia de felicidade novamente." A partir daí, escrevi os poemas que deram origem ao meu primeiro livro: 'a beleza fundamental de todos os lugares'. Quando o livro estava para ser impresso, vi uma entrevista da Adélia Prado e surgiu uma ligação e uma admiração profundas, sua poesia passou a ser uma das principais referências pra mim.
Nessa época conheci uma cantora daqui de São Paulo, chamada Carmen Queiroz, leu meu primeiro livro e me convidou pra fazer apresentações intercalando música e poesia. A gente já fez desde então vários shows (algo entre sarau, show e teatro) em bares, parques, livrarias e teatros daqui da cidade e uma apresentação da Fnac do Barra Shopping do Rio de Janeiro. Por conta desse trabalho, fizemos participação em alguns programas de rádio e de televisão. Atualmente tenho sido convidado para participar de saraus aqui em São Paulo, em livrarias, no Sesc e em bibliotecas.
Logo depois do meu primeiro livro, escrevi 'é só amor - apenas eu', poemas que hoje acho mais ao gosto do público juvenil. Em seguida, vieram os poemas que deram origem ao livro 'o lugar em que estou', que recebeu uma apreciação muito bonita de João Barcellos, poeta e crítico literário que vive aqui em São Paulo. Nessa época, Clarice Lispector se torna uma das minhas principais referências. Depois, escrevi o livro 'Deus fala comigo', cujo poema que dá título ao livro recebeu menção honrosa em concurso na Itália. Por fim, 'Poeta no divã', em que proponho homenagens a Adélia Prado e Clarice Lispector. Esse livro foi lançado em bonito evento realizado este ano na Livraria da Vila - Jardins.
Agora, escrevi 'Só a pessoa sabe o que tem por dentro', que recebeu, novamente de João Barcellos, uma apreciação que me comoveu muito. O livro será publicado novamente pela Edicon, o lançamento no Brasil está marcado para o dia 23 de setembro, das 19h às 22h, em São Paulo, novamente na Livraria da Vila - Jardins, espaço que recebe importantes nomes da literatura e da música brasileira e internacional.
Segue texto que escrevi hoje para o orelha do livro:
"Às vezes quando leio coisas da Cecília, da Hilda, da Adélia ou da Clarice, penso 'Meu Deus, pra que escrever? Já está tudo aqui.' Mas há momentos em que nada do que foi escrito me serve, graças a Deus... nesses momentos é que surge a minha poesia.
Tenho pensado se minha literatura não é feminina... Se é que isso existe? Mas tenho pensado mesmo assim... Cada vez mais me interessam temas como a transcendência, a vida e a morte, o eterno e o efêmero, o sempre amor e a paixão, cada vez mais me interessam o silêncio (mesmo falar sobre ele) e as formas não rígidas... E isso sempre me parece muito feminino. Essa coisa da mulher que quando vai parir fica triste porque é chegada a sua hora, mas depois se alegra enormemente por ter dado à luz outra pessoa... Essas palavras são de Jesus, que falava nisso pra falar sobre outro fato e chamar a atenção para o feminino em todos nós. Jesus, que cada vez mais acredito seja Deus, que cada vez mais sei: Ele é, Deus é e pronto. Mas a gente continua falando sobre Ele... Lygia Fagundes Telles disse que ela e Hilda Hilst gostavam de conversar sobre a morte e sobre Deus... Eu compreendo, nós somos carentes e falar sobre Deus é uma forma de fazer contato, e isso é transcendência. É como diz o Quintana, que é feminino também: "a alma é essa coisa que nos pergunta se a alma existe." Isso tudo tem sido pra mim o melhor na arte, o alento da alma."
Acho que é isso. Acho que não importa dizer que sou formado em Economia pela Unicamp e tenho um cargo da Secretaria da Fazenda do Estado de São Paulo. Bom, de qualquer maneira, disse.
***

Não agüentando mais ...
Não agüentando mais
De tanta solidão
Subi na árvore
Mais alta que encontrei

Chegando lá
Tinha um passarinho

Nunca mais
Eu fui sozinho

O amor é como o mar...
O amor é como o mar...
Ora calmo, ora revolto...
Sempre cheio de mistérios...

A gente pode ficar na margem
Ou se entregar...

Amar é se entregar
À incerteza do mar

Ainda me resta a morte
Ainda me resta a morte.
Quando nada mais me resta,
A morte renova tudo,
Ela transforma tudo em nada... E nada em tudo.
E essa sensação de liberdade que a morte me traz
Me chega como um convite a viver sem limites...
Um convite quase irrecusável
Ainda bem que a gente morre várias vezes enquanto vive...
Até que seja a morte derradeira

Vera Lúcia de Oliveira

Estilhaços de poesia
RUA DE COMÉRCIO
Sou poeta da cidade magra
da cidade que não
caminha
sou dessa planicidade
sou da violência das vidas
poeta da cidade que afunda casas
e pessoas
sou da puta da cidade que só tem
superfície

amanheço todo dia nua e estreita
como uma rua de comércio
PEDAÇOS
Estou estilhaçada
silêncios saem da boca
mansos
estava desenhando
palavras
perdi o jeito de amanhecer

tenho tantos pedaços
que sou quase infinita
ANDORINHAS
Estou de bem com o mundo até
um tanque de guerra se cansa
da guerra até um pássaro pára
para
repousar

e depois o céu hoje é de um
azul que faz mal aos olhos
agudo que a gente fica ali
barriga pro ar
admirando as andorinhas
que volteiam
matutando no que pensam lá no alto
no que
sabem
se sabem que estou de bem com o mundo
que volteiam lá em cima também para mim
A POESIA DÓI DENTRO DE MIM
A poesia dói dentro de mim
como quando meu pai podava a parreira
eu ia vendo caírem
as folhas
eu ia vendo caírem
as folhas
e ninguém sabia
como os ramos derramavam os sons
dolorosos

Com muito orgulho e muito amor bis

Oh eu aqui de novo!
Pois é... porque a Fernanda me enviou também o curriculum dela, que é Psicóloga – Psicanalista além de Produtora Cultural, compridão e rico até de mais hehehe
Então, ela vai me perdoar se não o publico, mas podem acreditar que com ela ta chegando aqui em Genova uma intelectual e produtora de cultura brasileira de muito valor, que a gente tem que ser orgulhosa mesmo.
Inclusive, a agradeço por ter compensado minha ignorância sobre a jovem mas excelente cantora Elisa Gatti, que na mensagem anterior da anterior nem sequer tinha conseguido apresentar de nenhuma forma.
Agora, a Fernanda me enviou também um monte de fotos de todos eles - que de repente vou publicar outra vez - e de material do pai dela, que vou publicar nesta mensagem, e da Vera Lúcia de Oliveira e do Cássio Junqueira, que vou publicar em outras mensagens.
***
Antônio Lázaro de Almeida Prado
ANTÔNIO LÁZARO DE ALMEIDA PRADO - Nasceu em Piracicaba, em outubro de 1925. Poeta, ensaísta, tradutor e jornalista, é Doutor e Livre-Docente em Língua e Literatura Italiana pela Universidade de São Paulo, onde lecionou de 1953 a 1958. Transferiu-se para a UNESP (campus de Assis, onde fundou o Curso de Letras), aposentando-se em 1982. É Professor Emérito da Faculdade de Ciências e Letras, e ali, depois de Titular Fundador da Cadeira de Língua e Literatura Italiana, passou a Titular de Teoria Literária e Literatura Comparada. Entre as teses publicadas, destaca: "O Acordo Impossível, Ensaio sobre a forma interna e a forma externa na obra de Cesare Pavese" e "Itinerário Poético de Salvatore Quasimodo". Dentre as suas traduções cita-se a obra de Giambattista Vico, publicada pela coleção Os Pensadores da Editora Abril. Em poesia, o livro "Ciclo das Chamas" foi lançado recentemente pela Ateliê-Editorial, reunindo parte de sua produção poética, inclusive os poemas constantes desta Antologia Digital. A foto ao lado foi tirada por sua neta Daniela de Almeida Prado Camargo, no lançamento de "Ciclo das Chamas".
Contatos: Fernanda de Almeida Prado (filha e Agente Literária do autor) —mailto:feraprado@gmail.com
O MUDO FALANTE
O ar, o sol, o sal, a salamandra
O giro, o risco, o vértice, a vertigem
E a dança, o salto, a chama, a chispa, o
Enxame, o rodopiar, o saltimbanco

O lance, o tremular, a chama e centelha,
A queda, a propulsão e o tresloucado
Vórtice. Evoé! alma... Evoé! corpo!
Juntos à roda do leste círculo...

Que o canto só desponte no mutável
Jamais horizontal, sempre ondulante
E suba e desça, e gire, rodopiante
E faça circulante a quadratura.

A ciranda da mente, o sagacíssimo
Elã de fulgurantes emoções
E o ritmo do rapto, corretivo
À tarda tartaruga dos instantes.

Evoé! corpo, evoé! alma, falésias, evoé!
E vamos para a audácia, para o salto
Triplo do vórtice, em girândola.

O ar, o mar, o sol, a salamandra
Incendiada, para além, para além
Jamais parando, num rapto que faz o vento
Semelhante a trôpega serpente claudicante.

O ar, o sal, o sol, a salamandra...

Antônio Lázaro de Almeida Prado
Ciclo das Chamas e outros poemas

INVENÇÃO DA ALEGRIA
Há quem cultive a dor,
Eu invento a alegria.
De todo o meu amor,
Que vale mais que o dia,
Quero legar a história,
Quero deixar ao vento
(sem ais e sem lamento)
Uma justa memória
E enxuta fantasia.

Há quem celebre a morte,
Eu festejo a alegria.
Por graça ou por esporte
Ou mesmo por mania,
Quero inventar a vida,
Quero o melhor carinho
Doar a meu vizinho
Como a melhor partida
De sonho ou de poesia.

Há quem festeje o pranto,
Eu invento a alegria,
Razão maior do canto,
Antes que a cotovia
Arquive o nosso idílio,
Cancele o meu futuro,
Razão maior do puro
Clarão deste meu círio
Votado à alegria.

Poeta Antônio Lázaro de Almeida Prado

CONSTRUÇÃO
Envolver o Mundo
Em abraço estreito
Como se meu peito
Com vigor fecundo
Fosse todo feito
Só para esse efeito
De um amor profundo.

Abraçar a Vida
Com total ternura
Como se de pura
Luz impressentida
Fosse a tessitura
(sem taxa ou usura)
por todos fruída.

Construir a Terra
Sementeira farta
Que o pão reparta
Onde não se encerra
Onde não se enterra
Fruto, ciência ou carta,
Como quem se aparta.

Entoar um Canto
Alegre, jocundo:
Bem, de todo mundo
Bem, que não se oculta
Bem, que não insulta
Bem, que não se enterra
Mas que abraça a Terra.

Ciclo das Chamas e outros poemas
Antônio Lázaro de Almeida Prado
Professor Emérito fundador da UNESP(Campus de Assis)

NÃO DÊS AO TEMPO...
Não dês ao tempo
Mais do que ele merece.

Relógios, clepsidras, ampulhetas
Fusos, meridiano e solstícios
Aguilhoam a vida:
Esse contínuo,
Perpetuamente móvel.

Não dês ao espaço
Marcos, estelas, coordenadas,
Que só fazem fracionar
O imensurável.

Mutante e mutável,
Imenso, o coração
(Teu, meu, nosso...)
não se contenta
com frágeis fragmentos
mensuráveis.

Ao encontro do Amor,
Isento de fronteiras,
Deixa que pulse
Teu coração dinâmico,
Isento de medidas...

Antônio Lázaro de Almeida Prado
Ciclo das Chamas e outros poemas

DE CORPO INTEIRO
Este modo único
Levarei comigo
De um ousado tímido.

Este padrão lúdico
Levarei comigo
E meu olho clínico.

O meu ser translúcido
Levarei comigo
E o sorriso irônico.

Detestando o cínico
Levarei comigo
Meu teor dramático.

Pobre perdulário
Levarei comigo
O apetite místico.

Débil ser telúrico
Levarei comigo
O meu jeito errático

De maneira lúdica
Encarei a vida
Como um fruto mágico.

E meu timbre excêntrico
Levarei comigo:
Solidário e...único...

Antonio Lázaro de Almeida Prado
Ciclo das Chamas e outros poemas


AURORA DE TEMPOS NOVOS...
Dividamos o pão, o sonho, a aurora,
Com alma solidária e mão aberta,
Que a urgência do tempo nos aperta.
E não suporta o amor pausa ou demora.

Seja o tempo do encontro, logo agora,
Com as provas de amor, em hora certa,
E, pronto para a amizade, sempre alerta
Esteja o coração, a toda hora.

Fraterna seja a vida; o amor, fraterno,
E tudo se entrelace num abraço,
Que seja muito estreito e muito terno.

Triunfe a luz do amor, anule o espaço
E se abra para o novo, para um eterno
Arco-íris, sem entrave ou embaraço...

Antônio Lázaro de Almeida Prado
Ciclo das Chamas e outros poemas
Ateliê Editoral


Ode à violeta
(Para Fernanda Maria Bueno de Almeida Prado)
Discreta em seu perfume e em sua forma
Deixa à rosa o encanto e a surpresa;
Esconde-se por sempre ter por norma
Viver da pura essência da beleza.

Não exibe o esplendor do girassol,
Nem se mostra atraente e exibida;
Não pretende ofuscar a luz do sol
E a difusão total da margarida.

Basta-lhe ser perfeitamente bela,
Sem demasiado apelo ou forte chama:
O seu próprio fulgor jamais revela,
E seu total encanto não proclama.

Ah! Flor discreta, humilde borboleta,
Contente apenas com sua graça rara,
Jamais no que é excessivo ela se ampara,
E encanta, sendo apenas... violeta!...

Antônio Lázaro de Almeida Prado
Assis, 8 de abril de 2007- Páscoa